Quando l’estate incontra la terapia: un bisogno di normalità
Con l’arrivo dei mesi estivi, molti pazienti oncologici avvertono il desiderio – spesso profondo – di tornare alla normalità: una passeggiata sul lungomare, un bagno di luce mattutina, un pomeriggio tra amici all’ombra degli alberi. Ma quando si è sottoposti a terapie come la chemioterapia o la radioterapia, sorge spontanea una domanda:
posso espormi al sole in sicurezza?
La risposta, come spesso accade in ambito medico, non è univoca. Dipende da molteplici fattori: il tipo di farmaco utilizzato, la fase della terapia, la reattività individuale della pelle e le indicazioni del proprio oncologo. Tuttavia, con una serie di attenzioni precise e supporti professionali adeguati, è possibile godersi l’estate senza compromettere la salute della pelle e dell’organismo.
Chemioterapia e sole: cosa succede alla pelle?
La chemioterapia, così come altre terapie oncologiche sistemiche, agisce su cellule ad alta replicazione. La pelle, organo in continuo rinnovamento, è tra i primi bersagli secondari della terapia, e può reagire con:
- secchezza profonda e desquamazione
- iper-sensibilità ai fattori esterni, tra cui vento, calore e soprattutto raggi UV
- macchie cutanee dovute alla fotosensibilizzazione
- prurito, eritemi e infiammazioni localizzate
A questo si aggiunge il possibile effetto collaterale dei farmaci fotosensibilizzanti: molte molecole utilizzate nella terapia oncologica possono causare reazioni anche gravi a seguito dell’esposizione solare, anche in zone non direttamente irradiate.
La radioterapia e il rischio “radiation recall”
Chi è stato sottoposto a radioterapia, soprattutto da poche settimane o mesi, presenta spesso una pelle particolarmente fragile nella zona trattata. Esporsi al sole in questo caso può generare un fenomeno chiamato radiation recall: una sorta di infiammazione secondaria che può presentarsi come ustione solare localizzata, anche a distanza di tempo dal trattamento.
Si raccomanda di evitare completamente l’esposizione diretta della zona irradiata per almeno due-tre mesi dopo la fine della radioterapia. In seguito, sarà necessario utilizzare schermi fisici e SPF 50+, sempre sotto consiglio medico.
È sempre vietato esporsi al sole?
No, non sempre. Esporsi al sole durante la chemioterapia o subito dopo la radioterapia non è vietato in assoluto, ma va fatto con grande cautela. Ogni persona reagisce in modo diverso e ogni protocollo oncologico ha le sue specificità. Ecco perché è fondamentale:
- chiedere sempre un parere all’oncologo curante o al dermatologo dell’ospedale
- informarsi sui principi attivi contenuti nei farmaci in uso e sulla loro potenziale fotosensibilizzazione
- monitorare costantemente la pelle, anche nei giorni successivi all’esposizione
I benefici del sole: vitamina D e benessere emotivo
Lontano da ogni allarmismo, il sole non è un nemico da evitare a ogni costo. Al contrario, l’esposizione solare controllata offre benefici importanti, anche per chi sta affrontando un tumore:
- stimola la sintesi della vitamina D, fondamentale per il sistema immunitario e spesso carente nei pazienti oncologici
- migliora il tono dell’umore grazie alla produzione di serotonina e melatonina
- favorisce il rilassamento muscolare e mentale, contribuendo a ridurre ansia e tensione
L’importante è scegliere le condizioni e le modalità giuste, seguendo linee guida specifiche.
Le 7 regole per un’esposizione consapevole
Ecco le raccomandazioni condivise da molti centri oncologici italiani:
- Esporsi solo nelle ore più fresche della giornata: prima delle 10:30 e dopo le 17:00
- Usare sempre un filtro solare ad ampio spettro SPF 50+, specifico per pelli fragili e soggette a terapia oncologica
- Indossare abiti leggeri ma coprenti, preferibilmente in cotone chiaro
- Proteggere il cuoio capelluto con un cappello a tesa larga
- Utilizzare occhiali da sole con filtri UV certificati
- Evitare la sabbia rovente, che può riflettere i raggi UV e aumentare il rischio di ustioni
- Reidratare costantemente la pelle, sia dall’interno (acqua e frutta) che dall’esterno (emulsioni lenitive post-esposizione)
E dopo l’esposizione? Entra in gioco l’Estetica Oncologica
Anche seguendo tutte le precauzioni, è possibile che la pelle risenta dell’impatto del sole: irritazioni, secchezza, arrossamenti, aumento di macchie cutanee sono frequenti. In questi casi, un valido supporto arriva dalla Specialista in Estetica Oncologica, una figura professionale altamente formata per prendersi cura della pelle in terapia.
Chi è la Specialista in Estetica Oncologica APEO?
È un’estetista qualificata che ha completato un percorso specifico e certificato di 120 ore con l’Associazione Professionale di Estetica Oncologica (APEO). Nata nel 2014, APEO è oggi il punto di riferimento in Italia per la formazione estetica in ambito oncologico, grazie anche al supporto del Prof. Umberto Veronesi, che ha creduto e sostenuto il progetto sin dalle origini.
Cosa può fare concretamente?
Le specialiste APEO sono formate per:
- effettuare trattamenti linfodrenanti delicati su viso e corpo
- curare mani e piedi colpiti da secchezza, fissurazioni o tossicità cutanee
- lenire e reidratare la pelle del viso dopo l’esposizione solare
- monitorare eventuali reazioni cutanee post-sole
- offrire supporto psicologico nella gestione dell’immagine corporea
Trattamenti adatti dopo l’esposizione al sole
- Impacchi idratanti e lenitivi per viso e décolleté
- Massaggi defaticanti e drenanti per gambe gonfie o affaticate
- Trattamenti mani/piedi per pelle secca e unghie fragili
- Cosmetici professionali validati scientificamente, non farmacologici, con effetto antiossidante e ristrutturante
Dove trovare una Specialista in Estetica Oncologica?
APEO ha creato una mappa geolocalizzata per facilitare l’incontro tra pazienti e professioniste formate:
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Il sole non è un nemico, ma va rispettato
Affrontare l’estate durante la chemioterapia non significa rinunciare al mare, alla luce, alla bellezza. Significa fare scelte consapevoli, rispettare i tempi del corpo e affidarsi a figure competenti come la Specialista in Estetica Oncologica APEO.
Con l’aiuto del medico, di una protezione adeguata e di chi sa prendersi cura della pelle fragile, l’estate può tornare a essere un tempo di benessere, nonostante la terapia.